La nuova retrospettiva al Centre Pompidou-Metz è la prima in assoluto a ripercorrere i punti nevralgici del pensiero di Jacques Lacan attraverso i grandi nomi della storia dell'arte. Visitabile fino al 27 maggio, la mostra accende i riflettori sul rapporto tra arte e psicoanalisi attraverso i concetti chiave del celebre studioso francese.


Nato a Parigi nel 1901, Jacques Lacan è una delle figure più prominenti e controverse della psicoanalisi. Nonostante le sue teorie abbiano influenzato – insieme a quelle di altri pensatori come Roland Barthes, Michel Foucault, Jacques Derrida e Gilles Deleuze – la nostra visione del mondo contemporaneo (nonché la pratica di numerosi artisti), finora nessuna mostra aveva mai fatto il punto sull’importanza della sua figura.  A quarant’anni dalla morte, il Centre Pompidou-Metz colma questa lacuna con Lacan, the Exhibition. When Art meets Psychoanalysis, visitabile fino al prossimo 27 maggio. LA MOSTRA DEL CENTRE POMPIDOU-METZ DEDICATA A JACQUES LACAN A cura di Marie-Laure Bernadac e Bernard Marcadé, la rassegna ripercorre i concetti fondamentali che costellano il pensiero di Lacan, tracciando una traiettoria che spesso si interseca con i grandi artisti del suo tempo (e non solo).  Punto di partenza è la celebre teoria della “fase dello specchio”, che ha affascinato anche numerosi registi: in questo stadio, secondo Lacan, il bambino, osservando il proprio riflesso, riconosce sé stesso per la prima volta. Si passa poi alla nozione di “lalangue”, termine inventato dallo psicoanalista per indicare un linguaggio inconscio, immediato, che spesso ha ispirato i giochi di parole degli artisti e dei poeti. La sezione The Name of the Father ripensa il tema del patriarcato; mentre a seguire un capitolo approfondisce l'invenzione lacaniana dell'“oggetto a”, legato al desiderio.ARTE E PSICOANALISI IN MOSTRA A METZ Un’altra area espositiva, punto nevralgico della retrospettiva, è dedicata al dipinto L’Origine du monde di Gustave Courbet, che i coniugi Lacan acquistarono nel 1955, senza però mai esporlo. A seguire, il capitolo The Woman does not exist  prende spunto dalla famosa frase dello psicoanalista, indagandone il significato attraverso una serie di opere che mettono in discussione la rappresentazione misogina della donna. Una riproduzione de Il Grande vetro di Marcel Duchamp trionfa nella sezione There are no sexual relations, sempre in riferimento a una frase di Lacan: per lui, l’amore è ciò “che rimpiazza l’assenza di relazioni sessuali”, lasciando spazio al piacere. Ed è proprio il piacere (in particolare quello femminile) a essere protagonista del capitolo successivo, in cui spiccano le opere di Anselm Kiefer e ORLAN. L’ultima tappa del percorso si concentra sull’interesse di Lacan per l’artista François Rouan, e infine sull’eredità che lo studioso ha lasciato agli artisti del nostro tempo.[Immagine in apertura: René Magritte, The False Mirror [Le Faux Miroir], 1928 Huile sur toile, 54 x 80.9 cm Copyright : © Adagp, Paris, 2023 / Photo © Digital image, The Museum of Modern Art, New York/Scala, Florence]
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